LA SVIZZERA TERRITORIO E CULTURA


LA STORIA DELLA SVIZZERA IN BREVE….
Si è soliti considerare il 1 ° agosto del 1291 come data di nascita della Svizzera moderna con il patto di alleanza firmato sul prato di Grutli dai rappresentanti delle tre comunità alpine di Uri, Schwyz e Nidwalden che diventeranno i tre Cantoni primitivi. Il patto di alleanza prevedeva il rifiuto di tutti i giudici e di tutte le leggi imposte dall’allora potere esterno rappresentato dagli Asburgo nella figura di Rodolfo I d’Asburgo. Ma per comprendere questo avvenimento è necessario conoscere le epoche precedenti, che furono determinanti per la formazione del paese così come lo vediamo oggi. I primi abitanti dell’area che oggi corrisponde alla Svizzera appartenevano a tribù celtiche tra cui quella degli Elvezi, insediatisi nella fertile pianura tra le Alpi e il Giura, e quella dei Reti stabilitisi nella zona dell’odierno Cantone dei Grigioni. Queste terre furono in seguito invase dai Romani che nel 58 a.C. crearono un avamposto nel paese e in seguito stabilirono la loro capitale ad Aventicum, l’odierna Avenches nel Cantone Vaud. I Romani diedero alla loro nuova provincia il nome di Helvezia e ne mantennero il controllo fino al 400 d.C., quando furono allontanati dalla tribù germanica degli Alemanni. Questi si stabilirono nella Svizzera orientale e furono in seguito raggiunti dai Burgundi che andarono ad occupare la parte occidentale del paese. I Burgundi si convertirono al cristianesimo e adottarono la lingua latina ponendo così le premesse della divisione linguistica tra Svizzera francese e Svizzera tedesca. Nel 600 circa d.C., Alemanni e Burgundi furono conquistati dai Franchi che li incorporarono nel loro impero, prima sotto i re Merovingi e poi sotto i Carolingi. Con l’impero di Carlo Magno si diffuse largamente il cristianesimo e, di conseguenza, il fenomeno del feudalesimo: i nobili guerrieri del posto assunsero il controllo di una società rurale fatta di signori, vassalli e contadini. Nell’XI e XII secolo nobili dinastie fondarono le città di Berna, Friburgo, Winterthur. Dopo l’annessione al Sacro Romano Impero, nel 1032, la Svizzera riunificata godette di una certa autonomia fino a quando Rodolfo I d’Asburgo, salito sul trono imperiale nel 1273, incaricò i propri funzionari di aumentare la pressione fiscale sulla popolazione elvetica; il malcontento incominciò allora a manifestarsi. Nel 1291 la morte dell’imperatore Rodolfo I provocò un periodo di instabilità e spinse alcune comunità ad allearsi dando vita alla leggendaria fondazione della Confederazione Elvetica sul prato di Grutli. La leggenda di Guglielmo Tell ambientata in quest’epoca nacque come espressione del concetto di libertà svizzera. Nel 1315 il duca Leopoldo I d’Austria inviò il potente esercito asburgico a sedare il crescente nazionalismo elvetico, ma, anziché soccombere, gli Svizzeri inflissero una sconfitta alle truppe di Leopoldo nella località di Morganten: fu la prima di una serie di vittorie sugli invasori imperiali. I successivi 200 anni di storia videro annessioni territoriali e nuove adesioni alla confederazione. Ai primitivi Cantoni dell’unione si aggiunsero progressivamente quelli di Lucerna, Zurigo, Zug, Glarus, Berna, Friburgo, Solothurn, Basilea, Sciaffusa e Appenzello. Nel 1499 a seguito di una vittoria di Dornach, nei pressi del Reno, la Confederazione conquistò l’indipendenza dal Sacro Romano Impero. La neutralità svizzera nacque come reazione ad una disfatta militare, durante una campagna espansionistica verso il nord Italia: nel 1515 l’esercito svizzero fu sconfitto a Marignano da una coalizione franco-veneziana. Dopo questa sanguinosa battaglia gli Svizzeri si ritirarono dalla scena internazionale e dichiararono per la prima volta la propria neutralità. Quando in Europa scoppiò la Guerra dei Trent’Anni (1618/1648) la condizione di neutralità della Svizzera e la sua particolare situazione politica contribuirono a garantire una certa tranquillità interna. La Riforma protestante cominciò a penetrare a Zurigo con il predicatore Huldrych Zwingli e a Ginevra con l’opera di Giovanni Calvino, mentre la Svizzera centrale rimase in buona parte cattolica. Ne scaturì una divisione tanto profonda che portò gli Svizzeri a tenersi fuori dalla Guerra mantenendo fede alla loro neutralità. Nel 1798 le forze francesi napoleoniche entrarono in Svizzera, Napoleone proclamò la nascita della Repubblica Elvetica, eliminò la suddivisione in Cantoni assegnando il potere centrale a un esecutivo formato da cinque uomini; questa entità avrebbe avuto vita breve perché già nel 1803 scontri interni spinsero Napoleone a ripristinare il sistema federale cantonale. Fu in questa occasione che i Cantoni di Aargau, San Gallo, Grigioni, Ticino, Thurgau e Vaud si unirono alla Confederazione. Dopo la sconfitta napoleonica di Waterloo il Congresso di Vienna del 1815 riconobbe formalmente la neutralità svizzera e sancì l’annessione dei Cantoni del Vallese, di Ginevra e di Neuchatel. Nel 1847 scoppiò nel paese una guerra civile: l’esercito protestante guidato dal generale Dufour sconfisse i Cantoni cattolici, tra cui quello di Lucerna che aveva formato una lega separatista denominata Sonderbund, la guerra durò appena 26 giorni. I disordini che ne derivarono furono una ragione sufficiente affinché nel 1848 venisse stesa una nuova Costituzione Federale e proclamata Berna capitale del paese. La Costituzione, in buona parte in vigore ancora oggi, sanciva la nascita di un governo centrale con un parlamento bicamerale a elezione diretta.

LA CONFEDERAZIONE ELVETICA IN SINTESI….
La Svizzera è un Paese di dimensione modeste, supera di poco i 41.000 km quadrati con una popolazione di 8.6 milioni di persone, un quarto delle quali senza passaporto svizzero. Più della metà degli stranieri è nata o vive in Svizzera da almeno dieci anni e la maggior parte proviene da Paesi della UE.
È un Paese plurilingue; le lingue nazionali sono il tedesco per il 62 %, il francese per il 23%, l’italiano per l’8% e il romancio per lo 0,5%. Il 25% della popolazione parla inoltre un’altra lingua principale, molti sono dunque bilingue.
Il 66% della popolazione appartiene a una confessione cristiana e il 26% si definisce aconfessionale, ma quest’ultima percentuale è in aumento da anni. Il panorama religioso sta cambiando, le due principali istituzioni cristiane, la Chiesa cattolica romana e la Chiesa evangelica riformata stanno perdendo peso.
La Svizzera è uno Stato federalista all’interno del quale il potere e ripartito tra Confederazione, Cantoni e Comuni. I Cantoni e i Comuni dispongono di un ampio margine di manovra nell’adempimento dei loro compiti.
Dal 1848 la Svizzera è uno Stato federale denominato anche Confederazione: i compiti della Confederazione sono definiti dalla Costituzione federale. Fra essi figurano le relazioni con l’estero, la difesa nazionale, la rete delle strade nazionali e l’energia nucleare. Il Consiglio nazionale e il Consiglio degli stati formano il parlamento federale; il Governo federale si compone di sette consiglieri, mentre il Tribunale federale con la sua giurisprudenza contribuisce all’evoluzione del diritto nazionale. La Confederazione si finanzia tra l’altro mediante l’imposta federale diretta che rappresenta il 31% delle entrate.
La confederazione è composta da 26 Cantoni. Ogni Cantone ha un proprio Governo, Tribunali propri e una propria Costituzione, la quale non può essere in contrasto con la Costituzione federale. I Cantoni attuano quanto prescritto dalla Confederazione pur impostando la loro attività in funzione delle loro esigenze. Usufruiscono di un ampio margine di manovra, ad esempio, nei settori educativo e ospedaliero, come pure in quelli della cultura e della polizia. Ciascun Cantone si finanzia riscuotendo imposte cantonali.
I 26 Cantoni sono suddivisi in 2172 Comuni. La competenza di ripartire i compiti tra Cantone e i suoi Comuni spetta al Cantone stesso. Fra i compiti comunali figurano la sistemazione locale del territorio, la gestione delle scuole, l’assistenza e i pompieri. I Comuni più grandi hanno parlamenti e votazioni popolari, mentre nei Comuni più piccoli i cittadini decidono in merito a progetti politici nelle assemblee comunali. Ciascun Comune riscuote imposte comunali.
La Svizzera è un Paese neutrale che stabilisce legami con il mondo intero: all’Unione Europea è legata da accordi bilaterali, mentre alla Nazioni Unite e ad altre organizzazioni aderisce in qualità di membro. A Ginevra esperti e politici svizzeri ed esteri si incontrano per concretizzare la collaborazione internazionale.
La Svizzera non può partecipare a conflitti armati o ad alleanze. La sua neutralità è riconosciuta in tutto il mondo. In caso di conflitto la Svizzera assume sempre il ruolo di mediatrice o di potenza protettrice.
Fonti: La Confederazione In Breve edizione 2021, Parlament.ch

GUGLIELMO TELL: TRA LEGGENDA E REALTA'
Come spesso accade agli eroi medievali anche il personaggio di Guglielmo Tell è avvolto da leggenda e da mistero, non esistono infatti prove sulla storicità di questo “eroe nazionale” anche se la sua vicenda è legata alla nascita della prima Confederazione Svizzera del 1° agosto del 1291.
Narra la leggenda che la famiglia Tell vivesse a Burglen, nel Canton Uri, dove Guglielmo e la famiglia vivevano per lo più di caccia. Abilissimo in questa attività Guglielmo Tell si distingueva dagli altri cacciatori per la sua abilità nell’uso della balestra, un’arma di lancio costituita da un arco in legno. Secondo la leggenda nel 1307 il locale amministratore dei beni della famiglia degli Asburgo, il Bolivo Gessler, fece erigere nelle terre dell’Impero il “Capello Imperiale”. Nelle principali piazze svizzere apparve quindi questo simbolo dell’autorità, davanti al quale tutti i passanti si dovevano inchinare, pena la confisca di tutti i beni materiali e il rischio di condanna a morte per delitto di lesa maestà. Guglielmo Tell passando per la piazza principale di Burglen commise, volutamente, questo errore: non si inchinò davanti al capello asburgico. Venne quindi citato e dovette comparire davanti ad un tribunale pubblico allestito nella piazza e presieduto da Gessler. Il nostro eroe venne condannato a morte, ma Gessler gli propose uno scambio: poteva aver salva la vita se, data la sua abilità con frecce e balestra, fosse stato in grado di centrare una mela posta sulla testa del figlioletto. Tell ovviamente accettò la sfida e riuscì nell’impresa: colpì la mela con una sola freccia ma gli venne trovata una seconda freccia, nascosta nella giacca, destinata ad uccidere il Bolivo nel caso in cui la prova non fosse riuscita. L’ira di Gessler causò l’incarcerazione di Guglielmo, che venne immediatamente arrestato e condotto alla prigione di Kussnacht, costruita su un isolotto nel mezzo del Lago di Zugo. All’improvviso, durante la traversata, una tempesta si abbatté sul lago e Tell, abile timoniere oltre a essere abile balestriere, convinse i suoi carcerieri a liberarlo per poterli aiutare a portare in salvo la barca. In pochi istanti Guglielmo portò la barca sulla sponda del lago approfittandone per sfuggire alle guardie. Per tre giorno si nascose tra i boschi che circondavano il lago, ed al terzo giorno, appostatosi lungo la via che portava a Zurigo, ebbe l’occasione di uccidere Gessler e non se la fece sfuggire. La leggenda continua narrando come i popoli svizzeri, venuti a conoscenza delle gesta di Tell, insorsero contro gli amministratori asburgici, liberando la Svizzera dagli Imperatori nel 1315. Si narra che Tell abbia preso parte alla battaglia finale contro l’esercito degli Asburgo nei pressi di Morganten. Fedele alla leggenda che lo vide simbolo di ribellione contro il potere a difesa del popolo svizzero, si racconta che Guglielmo Tell morì nel 1354 nel tentativo di salvare un bambino caduto nelle acque dello Schachen in piena. La vicenda di Guglielmo Tell fu poi rispolverata durante il romanticismo come simbolo della lotta per la libertà personale e politica grazie a Friedrich von Schiller con il suo dramma Wilhel Tell del 1804, e a Gioacchino Rossini con l’opera Guglielmo Tell del 1829.